PIERANGELO BERTOLI

27.12.2013 14:18

ROSSO COLORE   


Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano, 
dal paese dove sono a lavorare, 
dove son stato cacciato da un governo spaventoso 
che non mi forniva i mezzi per campare; 
ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore 
e una voglia prepotente di tornare, 
di tornare nel paese dove son venuto al mondo, 
dove lascio tante cose da cambiare. 
E mi son venute in mente le avventure del passato, 
tante donne, tanti uomini e bambini, 
e le lotte che ho vissuto per il posto di lavoro, 
i sorrisi degli amici e dei vicini ; 
e mi sono ricordato quando giovani e felici 
andavamo lungo il fiume per nuotare, 
e Marino il pensionato ci parlava con pazienza, 
aiutandoci e insegnandoci a pescare. 
Caro amico, ti ricordi quando andavo a lavorare, 
e pensavo di potermi già sposare, 
e Marisa risparmiava per comprarsi il suo corredo, 
e mia madre l'aiutava a preparare; 
ed invece di sposarci tra gli amici ed i parenti, 
l'ho sposata l'anno dopo per procura, 
perché chiusero la fabbrica e ci tolsero il lavoro 
e ci resero la vita molto dura. 
Noi ci unimmo e poi scendemmo per le strade per lottare, 
per respingere l'attacco del padrone; 
arrivati da lontano, poliziotti e celerini 
caricarono le donne col bastone; 
respingemmo i loro attacchi con la forza popolare, 
ma, convinti da corrotti delegati, 
ci facemmo intrappolare da discorsi vuoti e falsi, 
e da quelli che eran stati comperati. 

E mi viene da pensare che la lotta col padrone 
è una lotta tra l'amore e l'egoismo, 
è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi, 
ed il popolo che vuole l'altruismo; 
e non contan le parole che si possono inventare, 
se ti guardi intorno scopri il loro giuoco: 
con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene, 
con le mani ti regalan ferro e fuoco. 
Caro amico, per favore, tu salutami gli amici, 
ed il popolo, che è tutta la mia gente; 
sono loro il vero cuore, che mi preme ricordare, 
che rimpiango e che mi ha amato veramente; 
verrà un giorno nel futuro che potremo ritornare, 
e staremo finalmente al nostro posto, 
finiremo di patire, non dovremo più emigrare 
perché un tale ce lo impone ad ogni costo. 
E salutami tua madre, dai un abbraccio a tua sorella, 
chissà come sarà grande e signorina; 
e lo so, sarà bellissima come son le nostre donne, 
sanno vivere con forza che trascina; 
ma - le hai mai guardate bene? - ti sorridono col cuore, 
negli sgardi non nascondono timore, 
dove sono però uniche è sul posto di lavoro, 
son con gli uomini e si battono con loro. 
Ho pensato tante volte che c'è un senso a tutto questo, 
quest'amore non ci cade giù dal cielo; 
ma parlando della vita, e pensando al mio paese, 
mi è sembrato come fosse tolto un velo, 
e mi pare di sapere, e finalmente di capire, 
nella vita ogni cosa ha un suo colore, 
e l'azzurro sta nel cielo, ed il verde sta nei prati, 
ed il rosso è il colore dell'amore, 
e l'azzurro… (ecc.)

 


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